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Uniport in audizione presso le Commissione Trasporti e Ambiente

» 05.10.2021

“Prevedere la rimodulazione al ribasso dei canoni concessori a carico dei terminalisti che hanno subito una riduzione del fatturato del 20%. Includere anche i terminalisti del Sud Italia nella platea dei beneficiari del Bando Green Ports”.
Sono queste le richieste avanzate da FISE Uniport (l’Associazione che rappresenta tutte le imprese che operano in ambito portuale) nel corso dell’Audizione parlamentare che l’ha vista protagonista presso le Commissioni riunite Trasporti e Ambiente alla Camera dei Deputati, nell’ambito della conversione del Decreto Infrastrutture.
 
I rappresentanti dell’Associazione hanno evidenziato come la crisi innescata alla pandemia abbia duramente colpito il settore portuale e, nonostante la timida ripresa registrata nel 2021, come gli effetti negativi sulle imprese del mondo terminalistico e sul lavoro portuale si stiano facendo sentire oggi ancora in modo evidente. Proprio per contrastare questi effetti e rilanciare il comparto e il lavoro portuale, Uniport ha proposto di prorogare fino alla fine del 2021 la misura di sostegno, già applicata nel 2020 in modo efficace (grazie al Decreto Rilancio), che prevede la rimodulazione al ribasso dei canoni concessori a carico dei terminalisti che hanno subito una contrazione del giro d’affari superiore al 20%. La misura peraltro non comporterebbe oneri aggiuntivi per lo Stato in quanto potrebbe essere finanziata con gli avanzi di amministrazione delle stesse Autorità Portuali.
 
Tra gli altri temi al centro dell’audizione anche il Bando Green Ports del Ministero della Transizione Ecologica, che ha stanziato 270 milioni di euro per le proposte progettuali nel settore dell’intermodalità e della logistica integrata, escludendo però dalla platea dei possibili beneficiari le Autorità di Sistema Portuale del Sud Italia. Il Presidente vicario di UNIPORT Antonio Davide Testi ha chiesto di porre rimedio a questa incongruenza, ampliando la platea beneficiari di questo bando a tutto il territorio nazionale ed estendendo quindi queste opportunità anche ai terminalisti del Sud che non hanno beneficiato di risorse per lo sviluppo.
 
“Un’incongruenza ingiustificata”, ha sottolineato Testi, “anche alla luce del fatto che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vede nel rilancio del Sud Italia una delle sue principali missioni. In questo modo, invece, si pregiudica la competitività dei suoi porti. Per questo motivo chiediamo un’integrazione del bando che consenta anche al Sud di beneficiarne oppure la costituzione di un bando ad hoc per destinare i fondi anche al Meridione”.